Diamo un’occhiata alle cose da un’altra prospettiva. In questo momento, secondo MMO Population che tiene traccia dei giochi multiplayer online, Final Fantasy XIV ha circa 3,3 milioni di giocatori attivi. Una quantità enorme, ma ancora gestibile.
Solo in Europa ci sono quasi 750 milioni di persone, di cui quasi il 90% su Internet a banda larga. Anche con una stima prudente di solo il 10% di queste persone che utilizzeranno regolarmente il metaverso, parliamo di 75 milioni di persone. 25 volte più persone di quante oggi giochino al più grande multiplayer online oggi. E parliamo di stime prudenti, e nella sola Europa.
Consideratelo il punto più basso di un range. Quello più alto si avvicina all’attuale numero di utenti di Facebook: 2,89 miliardi. Per gestirli, ci sarebbe bisogno di 800 volte i server che abbiamo oggi: si fa presto a dire “metaverso”, eh?
Non possiamo scalare solo con i data center
Anche le aziende più potenti del mondo farebbero fatica ad ammassare abbastanza data center per ospitare il numero previsto di utenti del metaverso. È teoricamente possibile, ma serve una barca di soldi.
Per questo servirà probabilmente un sistema decentralizzato, difficile ci sarà una nuova “Facebook” per il metaverso. No, neanche se si chiamerà Meta. Assisteremo allo sforzo congiunto di più aziende: decisamente il metaverso sarà una “comunità” tecnologica.
Useremo qualsiasi computer
Come detto, per gestire una tale mole di calcoli serviranno migliaia di server che lavorano insieme, oppure attingeremo alla potenza di calcolo (e all’energia) delle macchine più disparate.
Penso a data center delle Università, che di notte alimenteranno il metaverso come oggi il progetto SETI è alimentato dai computer di mezzo mondo. Sfrutteremo le auto elettriche ferme a caricarsi, le console di gioco, i computer privati: tutti potranno ospitare un pezzo del metaverso.
Se il metaverso crescerà così tanto come deve, avrà bisogno di tutta la potenza di calcolo che possiamo dare. E un sistema di gestione che tenga tutto insieme.
Un altro problema del metaverso: la latenza.
Non basteranno ovviamente i server, servirà anche una connessione iper veloce per assicurarsi che l’utente si senta immerso nel metaverso. Un conto è sperimentare un ritardo durante un gioco, un altro è sperimentarlo mentre si sta camminando, osservando, “vivendo” in un mondo virtuale.
Se staremo interagendo con qualcuno servirà una latenza bassissima, di 30 millisecondi o meno per “mimare” la realtà. Per altri elementi con cui non interagiamo, si può arrivare a latenze più basse. La realtà del metaverso viaggerà a velocità diverse.
2. Come pagheremo?
Again, poiché il metaverso sarà piuttosto esteso, sarà impossibile ospitarlo senza un modello decentralizzato: ad ogni modo, perchè funzioni potranno esserci molti modi di “pagare” per l’accesso. Almeno uno più di oggi, per intenderci. Come oggi, gli utenti pagheranno con la loro attenzione (ci saranno pubblicità), con i loro soldi (ci saranno forme di iscrizione) ma anche con la loro potenza di calcolo. Si potrà accedere anche mettendo a disposizione un po’ del proprio computer, magari quando è inattivo.
Al metaverso servirà una valuta?
Quando sei nel metaverso, le cose diventano davvero affascinanti se hai la tua economia, forse la tua valuta o una valuta che puoi usare anche “fuori”. Era quello che immaginavano di fare le banche in Second Life: erano tutti esaltati per quell’embrione di metaverso, ma il mondo non era ancora pronto. Nel 2008, resosi conto del caos in cui si stava cacciando, lo stesso Philip Rosedale (fondatore di Linden Labs e Second Life) chiuse le porte agli istituti di credito.
Oggi sta meditando di far risorgere quel mondo: “coincidenze? Non credo!” (Cit.)
Oggi ci sono le criptovalute, gli NFT e un sacco di esperienza in più. Facile immaginare che “vendere” potenza di calcolo potrebbe fruttare qualche quattrino, pardon: qualche token. Un valore che non impiegherà molto ad essere utilizzabile anche nel mondo reale.
3. La creazione dei contenuti sarà totalmente rivoluzionata
L’espansione del metaverso avrà bisogno di una gigantesca quantità di materiale. Contenuti freschi e intriganti che incoraggiano a rimanere e a voler tornare in un mondo alternativo. Come si realizzerà? Presto detto: rendendo ancora più facile la creazione dei contenuti.
Perchè nel metaverso il contenuto potrà essere DAVVERO limitante. Se ci sarà un paesaggio noioso con edifici noiosi, nessuno vorrà passarci del tempo. Serviranno costruttori, architetti, designer. Serviranno strumenti accessibili per realizzare un intero, nuovo mondo. Qualcosa di più semplice degli strumenti che oggi servono a fare il web.
D’altra parte, lo stesso web può darci uno spunto
All’inizio era difficile creare un sito: dovevi davvero sapere come programmarlo da solo. Ora si usano sistemi di gestione dei contenuti (come WordPress, su cui gira FuturoProssimo). È molto più facile.
Il metaverso avrà per forza di cose anche strumenti immediati, standard che permetteranno di creare e migliorare le cose senza troppi passaggi. Magari si chiameranno MMS (Metaverse Management System, come oggi ci sono i CMS, Content Management System). Questo comunque ci porta alla prossima previsione.
4. Vedremo apparire nuovi lavori
Via via che il metaverso diventerà di massa, inizieremo a vedere nuove professioni. Certo, come detto avremo probabilmente architetti, ingegneri e designer, ma anche versioni “meta” dei lavori attuali.
Ovviamente nel metaverso avremo un mare di negozi
I consumatori stanno già utilizzando le loro app e siti web per acquistare beni. Su Instagram, quasi due terzi delle prime 100 aziende hanno già implementato la nuova funzione di negozio, che permette agli utenti di acquistare articoli senza lasciare l’app. Nel metaverso, vedremo senza dubbio strategie simili impiegate: imprese che operano solo nel metaverso. Altre che venderanno nel metaverso prodotti fisici, sfruttando le nuove possibilità che la tecnologia darà al commercio al dettaglio.
Creators never die
Ci saranno ulteriori beni virtuali che la gente inizierà a produrre e persino a vendere nel metaverso. Un nuovo artigianato virtuale. Potrebbero essere edifici, o interi pianeti, o vestiti per avatar, o una nuova pelle.
Questo materiale generato dalla comunità giocherà un ruolo importante nell’assicurare la vitalità e la rilevanza a lungo termine del metaverso. E offrirà a creativi ed artisti la possibilità di contribuire e fare soldi.
Vedremo nuovi ruoli di marketing
Anche il mio lavoro sarà trasformato. Oggi abbiamo il content marketing. Domani, ci sarà il metaverse marketing. Non sarà più sufficiente fare semplicemente pubblicità come prima: la gente vorrà visitare il “meta mondo” di un brand, vivere esperienze originali di marca. Perché le persone dovrebbero scegliere di visitare il negozio (pardon: il mondo) di un marchio anziché quello di un altro? Cosa renderà interessante questi nuovi luoghi virtuali?
I marketers cambieranno pelle per l’ennesima volta, per intercettare le nuove esigenze.
Altri mestieri che neanche immaginiamo
Sicuramente appariranno ruoli che nessuno avrebbe potuto prevedere. Quando è arrivato Internet, nessuno si aspettava che quella di influencer diventasse una professione.
Esisteranno anche nuovi tipi di aziende specifiche. Aziende che magari non potrebbero neanche esistere nel mondo fisico: non so, aziende specializzate nelle ali per gli avatar? Cosa volete che vi dica: non faccio il mago. Ipotizzo solo che vedremo aziende virtuali che avranno un senso solo nel metaverso.
E guide turistiche virtuali per viaggi virtuali. O “metadivulgatori” che ci trasporteranno nella storia e nella geografia di altre epoche, per fantastiche esperienze didattiche.
Il futuro è tutto da scrivere ancora una volta: in questa dimensione e in quella virtuale.
Articolo ripreso da Futuroprossimo.it